Rosa Martinez-Artero
9 febbraio_2 aprile 2011
ROSA ARTERO
Pitture delle immagini
Testo Emma Gravagnuolo
Non è facile fare il punto sulla ricerca e sulla pittura di Rosa Martínez-Artero. L’artista spagnola attinge alle conquiste e all’iconografia della storia dell’arte, alla cultura più tradizionale quindi, ma allo stesso tempo è dotata di un’originalità profonda e assolutamente contemporaneamente. La capacità di controllare le masse di colore, il realismo silenzioso e solitario alla Hopper, l’atmosfera metafisica come de Chirico, le incidenze calibrate della luce alla Balthus sono le sue cifre stilistiche più evidenti e peculiari. Ma non solo, Rosa Martínez-Artero si presenta da subito con una personalità indipendente dalla massa, in grado d’ispirarsi alle sollecitazioni del tempo per poi elaborarle, con un discorso assolutamente personale e identificabile.
La sua pittura è sensuale e seducente, lo sfumato, il colore opaco, la sfocatura rende possibile la creazione di un primo e di un secondo piano, come nella realtà vista attraverso un ingrandimento. Sulla superficie alterna zone illuminate o in ombra, conduce un sapiente gioco di tonalità tra bianchi e i grigi, si serve di un segno squadrato nella definizione dei corpi. Oltre all’identificazione di un tono chiaro e luminoso, Rosa Martínez-Artero opera sul taglio dell’immagine, il suo è un continuo decostruire e ricostruire, sino al punto in cui la visione s’innesca in una sorta di equilibrio interno.
Con grande coerenza pittorica, porta avanti la sua ricerca su filoni opposti: il vuoto e l’assenza da una parte, il pieno e la ridondanza del dettaglio dall’altra. Per entrambi lavora sul silenzio e sulla rarefazione, in controtendenza rispetto a quanti inseguono l’estetica delle riviste patinate, le citazioni dal glamour, i colori della pubblicità.
Già da qualche anno, si concentra su zone di passaggio come scale, pianerottoli, corridoi ma soprattutto su interni spogli, quasi deserti. Questi spazi domestici e disabitati mancano di tutte quelle cose che danno vita e carattere ad una casa (“La cocina y el taller”, “Primera casa”). Non si vedono oggetti fuori posto, bicchieri appoggiati ai tavoli, divani o poltrone. Non ci sono note stonate, i locali dipinti sono in perfetto ordine. Resta sempre la meraviglia dei pochi oggetti consegnati alla memoria: la sensazione è spesso quella del ricordo, di un flashback di una scena o di uno spazio del passato. I temi dell’assenza e dell’invisibile, diventano mezzi abili per attirare l’attenzione dello spettatore verso ciò che è inosservato o inavvertito. Guardare le sue tele significa cogliere i più impercettibili elementi del reale e scoprire l’uomo anche attraverso quello che lo circonda. Rosa Martínez-Artero mette a nudo l’anima di questi spazi, in cui l’individuo evocato da quei pochissimi oggetti che gli sono appartenuti, che lo hanno accompagnato nel quotidiano, è presente come un fantasma. Ogni cosa appare sospesa, protagonista di uno spazio metafisico che va al di là della pura realtà visiva.
Concrete e visibili sono invece, le parti di uno studio descritte con tagli secchi, frontali su tele di grande formato. La scelta d’inquadrature interrotte, quasi strappate dal tessuto continuo della realtà conferiscono al tempo stesso casualità e magia ai quadri. Rosa Martínez-Artero dipinge con la minuzia del dettaglio scaffali zeppi di libri, bottiglie, pennelli, attrezzi di laboratorio, strumenti abituali del pittore oppure la semplice parete del suo atelier su cui appende studi, disegni, carte, fotografie, piccole riproduzioni di lavori di altri autori impressi nella memoria, in alcuni casi riconoscibili (“Pared con postales de cuadros”). Sono episodi, momenti e suggestioni o meglio, una piccola somma di ricordi che il silenzio trasferisce in un delicato tessuto esistenziale. I suoi muri, infatti, sostengono immagini che si accumulano, si moltiplicano, che diventano piccole tracce per chi guarda, sfide per decodificarne la provenienza. Pur senza perdere la loro incantevole, caratteristica leggerezza, questi “lavori nel lavoro” regalano al quadro bidimensionale status di installazione, di polittico, che ha la complessità della vita, delle affezioni, dei rituali quotidiani. In “Pared con cuadros”, ad esempio, Rosa Martínez-Artero descrive un muro su cui sono appesi una moltitudine di piccole tele che ritraggono delle figure. Si avverte la percezione di presenze sottili, alluse da una linea di grigio, a un tratto di carminio. L’aspetto dei personaggi è descritto con tocchi immateriali, i tratti sottili si uniscono a un magmatico riflesso di luci e ombre e sono pervasi da un senso di transitorietà. L’artista con queste sagome quasi evanescenti registra fragilità e contraddizioni della natura umana.
Nei suoi quadri domina l’elemento del silenzio, che può avere risonanze emotive diverse: essere impressionante, pieno di attesa o può racchiudere un senso di mistero. Accanto al silenzio aleggia un’impalpabile solitudine che si avverte anche quando nella scena compaiono figure. “Diálogo del hombre vestido y la mujer desnuda” o “ Diálogo de la mujer de espaldas” sono ministorie quiete che si muovono in una dialettica sommessa, tra corpo e spazio. Lo spazio aperto, infatti, costruito con l’abilità dell’architetto è una perfetta scenografia per una o due figure che per l’aspetto scultoreo ricordano i ritratti di Cézanne dalle forme semplificate e dal solenne equilibrio compositivo. I protagonisti non interagiscono, sono assorti in una meditazione apparentemente senza fine, e sembrano consapevoli di essere osservati. Rosa Martínez-Artero li congela in fotogrammi pittorici scattati nei luoghi in cui vivono le loro esistenze. In queste opere dissemina dettagli che suggeriscono allo spettatore cosa, potrebbe nascondersi dietro una scena che racconta, almeno all’apparenza, un solo momento della loro vita quotidiana. Ma questa realtà resta ai nostri occhi enigmatica. Possiamo solo immaginare quali storie stiano recitando i protagonisti dei suoi quadri, quali misteri nascondano queste stanze. Preso all’amo dalla scena, chi guarda il dipinto non può fare a meno di completare il racconto seguendo le piste aperte dall’immaginazione. Rosa Martínez-Artero combatte l’assuefazione al bombardamento d’immagini facendo dei suoi lavori sfingi che non cedono il segreto, tele che manifestano i loro effetti nel tempo. Arte e vita diventano entità inseparabili, un insieme attraverso il quale la pittrice guida lo spettatore in un percorso di conoscenza e interpretazione.
Emma Gravagnuolo