Nino Ruju
dal privato al futuro
10 giugno_27 giugno 2009
Uno dei testimoni della stagione storica de Al Blu di Prussia, la galleria fondata da Guido Mannajuolo nel 1943 nella quale esposero artisti di livello internazionale oltre che italiani e ovviamente napoletani – è in mostra negli spazi del nuovo Al Blu di Prussia, riaperto da Giuseppe Mannajuolo, nipote del mecenate di allora, l’anno scorso in via Filangieri 42 (accanto al cinema omonimo) e diretto da Mario Pellegrino. Si inaugura mercoledì prossimo 10 giugno, alle ore 18,30, la mostra “Dal privato al futuro” di Nino Rujo, l’ottantaseienne pittore del Vomero che seguì con molta attenzione le pagine di quella stagione artistica ed è tuttora un pittore attivo sulla scena napoletana ed internazionale, specialmente dopo la svolta tecnologica che ha impresso alla sua produzione creativa. Da pittore figurativo, apprezzato dai critici e dal pubblico, Nino Ruju ha abbracciato la tecnica digitale videografica, sostituendo il mouse al pennello, le combinazioni cromatiche del computer alle boccettine di colore. Anche dopo questa rivoluzione tecnologica Nino Ruju ha continuato ad avere riscontri positivi, tanto da essere invitato ad esporre in musei steri.
“Dopo tante esperienze pittoriche – commenta l’artista – dal figurativo all’informale, all’arte oggettuale ed astratta come altre espressioni pittoriche, sono stato affascinato dall’arte digitale. Attualmente il mio lavoro verte sulla pittura digitale videografica in quanto questa nuova tecnologia mi dà la possibilità di trascinarmi verso un risultato creativo che mi pervade di grande emozione senza farmi cadere nel banale. In questa mostra ho voluto interessarmi della gestualità della mano, delle dita, perchè essa costituisce un linguaggio, un modo proverbiale della lingua italiana. Solo alcuni gesti sono universali: generalmente , il significato di ogni movimento varia geograficamente.”
Venti le opere in esposizione, esemplificative della svolta di ispirazione e di realizzazione di un artista che, avendo vissuto la stagione dell’arte figurativa dal primissimo dopoguerra in poi, è approdato alla modernità tecnologica con risultati sorprendenti. La mostra – curata da Pasquale Esposito – è corredata da un catalogo con scritti dell’artista, del curatore, di Ermanno Corsi, di un articolo che a Ruju dedicò lo scomparso Michele Prisco, e di Michele Rossena, presidente dell’Istituto di Scienze umane.